Roma.  Nella sua carriera ha seguito importantissime inchieste sulla criminalità organizzata e reati contro la Pubblica Amministrazione. Nel pomeriggio di sabato è stata trovata morta nella sua casa al centro storico della Capitale il noto magistrato Simonetta D’Alessandro, giudice di sezione al Tribunale di Roma che ha ricoperto il ruolo di gip occupandosi di importanti inchieste come di recente quella sul clan Spada con 32 arresti ma anche una tranche di “Mafia Capitale” legata all’assegnazione dei lavori in alcuni campi nomadi, firmando 13 rinvii a giudizio.

A dare l’allarme il figlio che, preoccupato perché non aveva più notizie della madre, si è presentato nel pomeriggio di sabato alla stazione Prati dei carabinieri. Così i militari sono entrati nell’abitazione trovando all’interno il cadavere del magistrato. In casa tutto era in ordine: nessun segno di effrazione sulla porta o sulle finestre. Il medico legale, nel corso di un primo esame, non ha riscontrato segni evidenti di violenza. Gli investigatori ipotizzano un malore.

Nata a Foggia 58 anni fa Simonetta D’Alessandro è stata titolare dell’inchiesta Fini-Tulliani e all’inizio dell’anno ha firmato come gip l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 32 persone considerate appartenenti al ‘clan’ Spada. Nel 2016 decise l’archiviazione dell’ultima inchiesta sulla morte di Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra il 18 giugno 1982. Nella sua lunga carriera si è occupata anche di terrorismo e nuove Brigate rosse.

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