Pescosolido – Si svolgerà domenica 25 novembre il ventiquattresimo anniversario della scomparsa del Caporal Maggiore Paracadutista Gianluca Catenaro, croce d’oro e vittima del dovere. Il giovane morì tragicamente all’età di 20 anni nel 1994 durante una esercitazione della Nato in Spagna. Sul posto della tragedia quest’anno si sono recati in visita gli stessi genitori del ragazzo, accompagnati dal Presidente della Sezione Paracadutisti di Avezzano Gianni di Giambattista  e da altre autorità e rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’arma. In questi 24 anni Vincenzo e Maddalena hanno sempre mantenuto viva la memoria del loro amato figlio svolgendo una azione istituzionale in stretta collaborazione con le istituzioni e le sezioni Paracadutistici. Di recente durante una celebrazione istituzionale svoltasi a Carsoli in Abruzzo, gli stessi  hanno consegnato il grest della Associazione d’arma al Sindaco di Carsoli, mentre il primo cittadino ha consegnato loro una targa in onore del loro figlio militare caduto. E domenica dunque sarà la sua Pescosolido in provincia di Frosinone a ricordare questo ragazzo scomparso nel fiore degli anni nell’esercizio del suo dovere. La cerimonia prevede l’assembramento alle ore 10.45 presso il cortile antistante il Cimitero Comunale, a seguire un raccoglimento alla memoria sulla tomba del ragazzo e celebrazione della Santa Messa presso la cappella del Cimitero.

A Gianluca Catenaro il 21 gennaio 1999 venne conferita dal Presidente della Repubblica On. Oscar Luigi Scalfàro,  la Croce d’oro al merito dell’Esercito Italiano con la seguente motivazione:

“Graduato Paracadutista in ferma volontaria in possesso di elevatissime morali e professionali coniugate con altissimo senso del dovere, forte motivazione e sincero spirito di servizio, nel corso di una importantissima ed impegnativa attività addestrativa internazionale in spagna, – in un contesto operativo caratterizzato da forte realismo – , riceveva, per le peculiari qualità di cui era in possesso, il compito delicatissimo di guidare e fornire sicurezza alla propria unità in movimento in area operativa sconosciuta in paese straniero ed in presenza di altre unità del partito contrapposto”. Mentre con perizia ed intelligenza svolgeva attività di esplorazione anticipando l’autocolonna a tutti gli incroci e svolgendo attenta osservazione nel passaggio di punti tatticamente “pericolosi, in un rettilineo, sempre in testa all’autocolonna a bordo del proprio motociclo, si volgeva più volte indietro per controllare l’andatura dei mezzi della propria unità anche quanto la stessa stava per incrociare un grosso veicolo. In tale particolare frangente metteva a repentaglio la propria incolumità e perdeva tragicamente la vita nell’adempimento del dovere e del compito assegnatogli. Si immolava cosi generosamente per far fronte ad una situazione di potenziale pericolo per i commilitoni che lo seguivano. Chiarissimo esempio di grandissimo altruismo, di totale dedizione alle istituzioni e di sincero spirito di servizio che onora la specialità e l’Esercito Italiano”. Agro Murcia (Spagna), 22 novembre 1994.

@danieleimperiale

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