Roma. Un bus preso d’assalto a colpi di sassi e bottiglie. E l’autista, una giovane donna che, in preda al panico, riesce a scappare all’aggressione di 40 immigrati, forse ubriachi e stanchi di dover attendere alla fermata all’estrema periferia di Roma. A raccontare l’accaduto è Elisa, 33 anni tra poco, da quasi 8 autista dei bus Atac, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico della Capitale, ancora terrorizzata per quello che ha vissuto. “Me li sono trovati davanti, erano una quarantina. Erano alla fermata dell’ autobus sulla via Polense e aspettavano quello che stavo guidando. Mi sono fermata – ricorda ancora sotto choc – e quando stavo per aprire le porte uno di loro ha tirato una bottiglia di birra nella vettura rompendo il vetro, forse perché irritati dall’NEWS_127480attesa. Per fortuna non c’era nessuno a bordo. A quel punto ho inserito la marcia e sono scappata”. Ma non è finita lì. L’aggressione si è ripetuta anche più tardi. Elisa era alla guida del bus della linea 042, che collega Lunghezza a Corcolle, alla periferia est di Roma: “Erano le 19.30 – racconta – e dopo aver chiamato il mio ispettore, mi sono recata d’accordo con lui al capolinea, non facendo quindi più fermate. Lui mi ha chiesto se me la sentivo di portare la vettura in rimessa, e ho risposto di sì. Mentre percorrevo la strada, me li sono ritrovati nuovamente davanti. Mi hanno insultato, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato se non avessi aperto le porte. Nel frattempo tiravano sassi e bottiglie e hanno finito di spaccare il vetro già rotto in precedenza con la bottiglia di birra. Ero disperata e così ho chiamato un collega che mi ha tenuto compagnia. Loro, un gruppo di immigrati, quando mi hanno visto al telefono hanno aperto un piccolo varco e io ho approfittato per scappare”. L’autista 33enne non si dà pace: “Me la sono vista brutta, ho avuto paura. Perché non avevo una vettura blindata considerata la zona e l’ora?”. Emilio, il collega che è rimasto al telefono con Elisa tutto il tempo, non si dà pace: “Mi ha chiamato in lacrime, era spaventata, io ho cercato di tranquillizzarla mentre uscivo di casa per raggiungerla. Ma mentre le parlavo sentivo gli insulti che le venivano rivolti e soprattutto i colpi sulla vettura. E’ stato terribile”. L’Atac, pronta a sporgere denuncia contro ignoti perché quanto accaduto “non è tollerabile”, sottolinea di aver “inviato mesi fa una lettera alle forze dell’ordine in cui venivano rappresentate le criticità di alcune zone sul fronte sicurezza, specie in periferia”. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, esprimendo vicinanza all’autista aggredita, chiede che sia chiarito al più presto quanto accaduto “punendo veramente i responsabili di questo vile gesto”. A segnalare per prima l’accaduto è stata Micaela Quintavalle, presidente del sindacato CambiaMenti M410, a capo, tempo fa, della rivolta degli autisti decisi a rinunciare ai turni straordinari per protestare contro “carichi di lavoro insostenibili”: “Oggi fa notizia perché è successo a una ragazza, ma una cosa come questa è all’ordine del giorno. Chiediamo che l’azienda ci tuteli: su alcune linee, quelle periferiche o quelle a rischio, deve essere d’obbligo la cabina chiusa per l’autista. Mi auguro che i dirigenti di Atac telefonino ad Elisa. Ormai siamo lasciati solo a noi stessi”.

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