Latina. E’ stata aperta un’indagine sulla morte di una donna di 71 anni, deceduta al “Dono Svizzero” di Formia nell’agosto scorso. ospedaleI carabinieri, su delega della Procura di Cassino, hanno acquisito la cartella clinica e svolto i primi accertamenti. L’indagine è nata a seguito del dettagliato esposto presentato dal marito della donna, il quale in un racconto shock ricostruisce le ultime due ore e mezza di vita della consorte «tra l’indifferenza e l’inerzia di tutti». Era malata di tumore, forse sarebbe deceduta lo stesso nei mesi successivi, ma mentre nella cartella clinica è indicata come causa del decesso la «insufficienza respiratoria acuta», l’uomo sostiene brutalmente che «è stata soffocata dal suo stesso sangue». Erano andati in ospedale perché lei, sei giorni dopo la chemioterapia, aveva preso a vomitare con insistenza pur essendo a digiuno. Al pronto soccorso, si afferma nell’esposto, è rimasta «adagiata su una barella rigida» e «dalla cartella clinica si rileva che nessuna terapia fu attivata per tentare di arrestare l’emorragia interna in atto».

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