gucciniAtina. Un cantautore tra le colline dell’Appennino a parlare di musica di vita e purtroppo non di letteratura. Succede che Francesco Guccini, il più colto cantastorie della musica italiana, viene invitato alla prima puntata del 2015 di Radio livres, manifestazione organizzata dall’associazione di Atina Festival delle storie, per presentare il suo ultimo giallo scritto a quattro mani con Loriano Machiavelli e succede che del libro ne appaia solo un’immagine sul telo del proiettore alle spalle del protagonista e mai in tutta la serata una sola parola. Certo che Radio livres ha una sua scaletta collaudata che porta l’ospite a scegliere sette canzoni che nel corso della vita lo hanno contrassegnato e dopo averle ascoltate, a spiegarne il motivo; ma, l’inadeguatezza e la poca organizzazione dei conduttori (Edoardo Inglese e Vittorio Macioce) ha fatto si che la serata si trasformasse (per fortuna) in lunghi monologhi del Maestrone che evidentemente, fiutata l’aria, ha pensato bene di buttare dentro tutta la sua fine ironia.

Guccini ha voglia di raccontare, di ricordare le età, come in una serata tra amici nelle sue tanto amate osterie e così vengano fuori gli intrecci amorosi, rappresentazioni montanare del secondo dopo guerra dove tra valzer e balere si cela la voglia di ricominciare. Ancora il nostro artista, da sempre fine intrattenitore di platee, prende anche il posto di chi dovrebbe moderare e parla degli aneddoti della sua vita facendo riaffiorare la Modena degli anni sessanta, le prime evoluzioni del rock, le collaborazioni con chi lo avrebbe accompagnato nel corso della sua carriera musicale. Purtroppo anche in questo caso gli interlocutori non riescono ad inserirsi degnamente con un’organizzazione disastrosa che porta addirittura ad un rimprovero bonario del maestrone per aver invertito la scaletta delle canzoni.

Peccato perché avremmo voluto sentire da Guccini alcune cose sul libro “La pioggia fa sul serio”,edito Mondadori 2014, farci spiegare come mai sia nata l’esigenza di costruire un nuovo protagonista, quale necessità stilistica abbia portato all’accantonamento di Santovito Benedetto maresciallo dei carabinieri per sostituirlo con Poiana, al secolo Marco Gherardini, giovane ispettore della forestale; avremmo voluto chiedere quale e quando sia scattata la scintilla della collaborazione tra uno dei più importanti giallisti del panorama nazionale Loriano Macchiavelli e il più coerente musicante della canzone italiana. Peccato perché probabilmente anche a Guccini avrebbe fatto piacere parlare di letteratura dato che “ho smesso con la musica, non riesco neanche più ad ascoltarla in auto”.

Va dato certamente merito agli organizzatori di essere riusciti a portare in piccolo paese Laziale un’artista così importante. (s.dv.)

 

 

 

 

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