Roma. Fa tappa a Roma l’Exhibition Series 2, la mostra itinerante di Louis Vuitton che dopo Los Angeles, Pechino e Seoul, arriva nella Capitale a Palazzo Ruspoli. Dal 22 maggio al 7 giugno, la mostra rappresenta un invito a scoprire le varie ispirazioni di Nicolas Ghesquière, ex genio creativo di Balenciaga, passato da quasi due anni nella scuderia della storica maison francese. Passato, presente e futuro si fondono in una retrospettiva che è organizzata come un viaggio nell’universo Vuitton, una passerella attraverso nove stanze tematiche, in cui si scontrano e si confondono diversi temi e universi stilistici. Il percorso della mostra parte dal clouis Vuittonelebre monogram LV, il marchio usato dal fondatore della maison, Louis Vuitton, che iniziò la propria attività nel 1854 come produttore di bauli. Il simbolo con le lettere LV all’interno di un cerchio fu registrato poi nel 1908 dal nipote Gaston-Louis, e il logo apparve come firma sui lucchetti e sulle chiusure metalliche di bauli e valigie. Quando Ghesquière è arrivato da Vuitton, è stato immediatamente attratto sia dal logo che dal baule, tanto da voler dargli nuova vita nelle collezioni di accessori, ideando la Petite Malle, una borsetta che riproduce le forme di un baule in miniatura, nota appunto come bauletto. E proprio il bauletto è al centro della stanza dedicata al Savoir-Faire, cuore della mostra, in cui due artigiane della maison mostrano ai visitatori come si costruisce e si assembla a mano una delle icone di Louis Vuitton. Si tratta di un vero e proprio ingresso nel cuore della casa di moda, che rivela tutti i segreti del savoir faire artigianale. Per realizzare una Petite Malle possono essere necessarie dalle 3 alle 4 ore, ma anche un’intera giornata di lavoro, a seconda del pellame e dei dettagli da applicare. Più di cento passaggi occorrono, inoltre, per creare una singola Petite Malle, cucita interamente a mano dagli esperti artigiani della Riviera del Brenta, nell’Atelier Louis Vuitton di Fiesso d’Artico. Per tutti i curiosi che si chiedono cosa accade nel backstage di una sfilata Vuitton, basta entrare nella Backstage Room dove abiti, accessori, macchina da cucire e il wall con gli outifit della collezione riproducono l’intensità dell’ambientazione pre-sfilata. Nella stanza, anche uno scatto di Jean-Paul Goude, che ha immortalato in modo giocoso l’effervescenza e la frenesia dei momenti che precedono l’accensione delle luci sulla passerella. Tutto è accompagnato da un sottofondo di voci dello staff registrate durante la sfilata, e diffuse nella stanza, che introducono il visitatore nell’atmosfera del dietro le quinte. Nell’Infinite Show Room, invece, il pubblico potrà immergersi nella presentazione della sfilata primavera-estate 2015, con la proiezione continua delle 48 silhouetteche hanno sfilato in passerella. Non poteva però mancare il baule, simbolo assoluto del viaggio della maison celebrato nell’Accessory Gallery, una piccola wunderkammer, con alcuni pezzi provenienti dagli archivi Louis Vuitton. Esposti accanto a calzature e borse dell’ultima collezione estiva, anche accessori, bauli e articoli da viaggio leggendari. Tra essi spicca il baule per scarpe di Greta Garbo del 1926, appartenuto all’attrice, che amava viaggiare da sola e visitare spesso l’Europa, specialmente la riviera francese. Grazie a questo baule con gli scomparti rivestiti di feltro, la Garbo poteva impacchettare e proteggere le sue scarpe a tacco alto, ballerine e stivali. Altro pezzo cult dell’Accessory Gallery, è il registro delle vendite del 1927, ricoperto in tela monogram rossa, che raccoglie degli ordini realizzati per i clienti della maison. A dir poco originale, infine, il baule speciale della Contessa B. De Clearmont-Tonnere, una viaggiatrice molto eccentrica che viaggiava spesso in India e Persia, e che indecisa sui mezzi di trasporto locali, aveva commissionato a Georges Vuitton un baule per contenere un calesse smontabile, contenuto in un set di tre bauli con scomparti separati per i pannelli di legno e le lanterne. Dai bauli si passa poi alle fotografie nella Poster Room, una stanza interamente foderata dagli scatti di Annie Leibovitz,Juergen Teller e Bruce Weber, che hanno realizzato la campagna pubblicitaria Series 2 per la primavera-estate 2015. All’interno della mostra il baule diventa magico, rivelando le origini della maison attraverso degli ologrammi proiettati sullo schermo. Divertente e pop, lo Sticker Corridor, un corridoio in cui sono protagonisti tredici adesivi con i disegni delle stampe della collezione ispirati alla pop-art e alla cultura del consumo, che gli spettatori potranno portare a casa. La mostra resterà aperta al pubblico tutti i giorni, dalle 11 alle 19, un’occasione unica per tutti gli appassionati, ma anche per gli addetti ai lavori e i curiosi, di avvicinarsi all’universo Louis Vuitton e comprendere il modo in cui Nicolas Ghesquière reinterpreta i codici stilistici e i prodotti di lusso di una maison che ha alle spalle ben 160 anni di storia e di savoir-faire. Ogni sera, inoltre, gli spazi dell’esposizione ospiteranno un evento diverso, su invito, come quello della blogger Chiara Ferragni previsto sabato, e il cocktail dinner organizzato da Louis Vuitton e Vanity Fair il 28 maggio. Federica Di Marzio

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