Cassino. “Il cassinate una terra di camorra, dove ormai da anni è celata una fitta rete d’investimenti, ma anche di contatti con le realtà economiche e imprenditoriali costrette a cedere alle estorsioni e dove ci sono affiliati e reggenti”. E’ il quadro emerso dai primi tre interrogatori che il neo pentito Antonio Iovine, arrestato nel 2010 dopo 15 anni di latitanza, ha messo nero su bianco davanti ai magistrati della Dda di Napoli, Antonello Ardituro e Cesare Sirignano. il pentito Antonio IovineLe rivelazioni del boss pentito dei clan dei Casalesi Antonio Iovine hanno consentito il ritrovamento di quattro Kalashnikov. Le armi sono state rinvenute dai carabinieri di Caserta in un’abitazione di Casal di Principe. Le armi erano, assieme a munizioni, in casa di Antonio Cioffo, già condannato per associazione camorristica. Delle armi sono state trovate invece nascoste in tubi di plastica e ‘protette’ da un muro di cinta.
L’ operazione coordinata dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Antonello Ardituro, che da alcune settimane sta raccogliendo le rivelazioni del ‘Ninno’, come è soprannominato il boss catturato lo scorso anno dopo una latitanza durata circa quindici anni. Le armi erano nascoste nell’abitazione di un pregiudicato, Antonio Cioffo, già condannato per associazione camorristica e attualmente detenuto. Per recuperare le armi, custodite in tubi di plastica, i militari hanno dovuto sfondare un muro di cinta. Il ritrovamento rappresenta uno dei primi riscontri sulla attendibilità delle rivelazioni del pentito.

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