L’Aquila. Traffico illecito di rifiuti provenienti da macerie di edifici privati distrutti dal sisma del 2009 è l’ipotesi di reato di un’inchiesta della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila ch1413888314-2407-10682344-766494036754359-7017614413090591115-o_bige ha indagato sei persone: esponenti della società Xpress che gestisce l’Aeroporto dei Parchi di Preturo, in provincia dell’Aquila, un ingegnere del Comune e tre imprenditori.Il gip ha autorizzato tra l’altro il sequestro – che Gdf, Ps e Cfs hanno eseguito – di un’area di 20mila metri quadrati nello scalo. Le sei persone indagate devono rispondere delle ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva. Durante la fase investigativa si è accertato che le ditte di trasporto prelevavano da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, dell’Aquila, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all’interno dell’area aeroportuale; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, il materiale venisse analizzato e trattato. Il Gip, Guendalina Buccella, ha autorizzato anche il sequestro di sei autocarri appartenenti a due ditte – l’una aquilana, l’altra reatina – e beni nella disponibilità della Xpress s.r.l. (che nel suo oggetto sociale ha anche quello dello smaltimento di rifiuti speciali), fino alla concorrenza di 36.000 euro: la cifra che, per l’accusa, la Xpress ha risparmiato per avere evitato le autorizzazione. Indagati Mario Corridore, ingegnere, dirigente del Comune dell’Aquila referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale, Giuseppe Musarella, amministratore delegato della società Xpress, Ignazio Chiaramonte, direttore commerciale della stesso sodalizio, Rachele e Antonio Lunari, della Lunari s.r.l. di Rieti e Piero Negrini, della Delta Impianti s.a.s. dell’Aquila. Le indagini coordinate dal procuratore capo, Fausto Cardella, e dal pm Fabio Picuti, sono scattate diversi mesi fa. Secondo l’accusa, sono state illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie, tra cui mattonelle, mattoni, marmi, ferro, tubi e calcestruzzo. Più di 300 gli scarichi effettuati dai sei automezzi sequestrati, con diversi autocarri, provenienti dall’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto. Qui, il Nucleo di Polizia Giudiziaria Ambientale del Corpo Forestale dello Stato, di recente costituito presso la Direzione distrettuale, con la collaborazione del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale, del Comando Provinciale della forestale, ha accertato la presenza dei rifiuti speciali. Il Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza dell’Aquila, infine, si è occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari.

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