Roma. 470mila euro per chiudere una voragine. Succede a Roma e precisamente in via Genzano, zona Appio – tuscolano dove la voragine è da aperta a maggio 2013. Un intervento che costa caro alle casse comunali e non è né il primo né l’ultimo. A via Filarete, infatti, servono altri 310mila euro. E in tutto fa 780 mila euro per risanare due buche abbastanza complesse. Ma il problema delle voragini non è nuovo per la Capitale che, solo negli ultimi 15 anni conta in media 100 sprofondamenti l’anno. E se per risanare una buca ci voglioPericolo Voragine-2no in media circa 400 mila euro, il conto è presto fatto: Roma ogni anno dovrebbe spendere circa 40 milioni di euro. Una cifra da capogiro e così succede che a via Genzano e a via Filarete si convive con lavori fantasma da oltre un anno e mezzo. Ma si sa la macchina burocratica è lenta e a pagarne le conseguenze sono, come sempre, cittadini e commercianti che registrano perdite di guadagno fino al 50%. Ma come mai costa così tanto riempire una buca come quella di via Genzano? L’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Roma, Paolo Masini, spiega che si tratta di “un intervento complesso. E’ una voragine molto ampia, lunga circa 15 metri, 1500 metri quadrati: è come se dovessimo sanare e riempire 5 appartamenti”. L’intervento, infatti, si divide in tre fasi: due realizzati da Acea e uno dal Comune per riempire la cavità. Ma a rendere più ingarbugliata la situazione è il valzer, non solo delle date, ma anche dei costi. A via Genzano infatti l’intervento sarebbe dovuto costare 640mila euro e tutto questo succedeva a luglio. Adesso invece si è scovato il sistema per risparmiare 170 mila euro, utilizzando, per riempire la voragine, materie prime seconde e non materiale vergine “Invece di andare a cavare altre colline – sottolinea l’assessore – riutilizzeremo inerti provenienti dalle demolizioni edili. Un tema importante dal punto di vista ambientale ma anche economico visto che ci sarà un risparmio fino al 40%”. Una soluzione di certo più sostenibile ma che non convince tutti. “Se noi continuiamo a riparare i buchi alla fine questa camera d’aria ad un certo punto scoppia. Sono piccole toppe che si mettono ma il fenomeno poi si sposta da un’altra parte” spiega Eugenio Di Loreto, consigliere nazionale dei geologi. Il Comune di Roma, sottolinea il geologo, “interviene sempre sulla somma urgenza, sul piccolo fenomeno” mentre invece “andrebbe fatto un risanamento”. Secondo il geologo, infatti, sarebbero più efficaci e meno onerosi interventi in muratura ma a quanto pare ci sono troppi interessi da tener conto. La buona notizia però è che i lavori partiranno a breve, con non troppa soddisfazione da parte dei commercianti che arrivati a questo punto preferivano puntare ai guadagni natalizi senza intoppi.

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